Nuovo spazio virtuale, il cui titolo è ispirato ad un libro dello scrittore austriaco Stefan Zweig "Ore stellate dell'umanità" (Sternstunden der Menschheit)
La Sezione Arte vi propone un nuovo video sul tema del collezionismo.
Si tratta di una conversazione con Andrea Marmori, Direttore del Museo Lia di La Spezia, sulla figura di Amedeo Lia collezionista e sul museo a lui intitolato.
Proseguono con questo video gli appuntamenti di un ciclo di incontri virtuali, una sorta di archivio per il collezionismo che vuole essere testimonianza dei percorsi e degli orientamenti intellettuali e di gusto che hanno caratterizzato alcuni collezionisti, anche a noi vicini. Attraverso alcune testimonianze personali e conversazioni per quanto limitate, vorremo così portare un piccolo contributo per illuminare un fenomeno largo e complesso come quello appunto del collezionismo nel mondo contemporaneo.
Esiste un genius che unisce Dante Alighieri al suo discendente, Sperello di Serego Alighieri e sono le stelle.
Le stelle, come ha scritto Attilio Momigliano, sono l’obiettivo a cui tende Dante e, per questa ragione, chiudono il verso finale di ogni Cantica della Divina Commedia: questa rispondenza «non è pura simmetria, ma espressione del motivo ideale che corre attraverso il poema e lo innalza costantemente verso la meta».
Forse non è un caso, allora, che Sperello di Serego Alighieri, discendente di Dante, sia un celebre astronomo, che ha lavorato in prestigiosi centri di ricerca internazionali.
In questa intervista, lo scienziato veste, però, i panni dell’epigono, dell’erede di una linea familiare, che lo unisce al Sommo Poeta.
Grazie alla sua competenza di astronomo, Sperello di Serego Alighieri ha scritto, insieme a Massimo Capaccioli, Il Sole, la Luna e l’altre stelle, uscito con Repubblica il 23 aprile scorso: in questo volume, gli Autori, in un approccio interdisciplinare tra scienza e poesia, propongono una originale chiave di lettura del poema dantesco, che consente di ricostruire le competenze astronomiche di Dante, nel quadro delle conoscenze dei suoi tempi.
È, quindi, di particolare suggestione ascoltare questa testimonianza, che, in nome di un legame di sangue (come in Purg.XI,61 «l’antico sangue e l’opere leggiadre / d’ i miei maggior»,) cancella 700 anni di storia.
Sperello di Serego Alighieri è nato a Perugia nel 1952. Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica a Perugia, si è laureato in astronomia presso l’Università di Padova nel 1975 con il massimo dei voti e la lode. Ha prestato il servizio militare come ufficiale di complemento in artiglieria contraerea – missili nel 1977-78. Nel 1978 ha vinto un posto di astronomo presso l’Osservatorio Astronomico di Padova, dove ha lavorato nella ricerca astronomica extragalattica e nello sviluppo di strumentazione astronomica. Dal 1980 al 1984 ha lavorato nella Astronomy Division dello Space Science Department al centro ESTEC dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Noordwijk in Olanda. In questo periodo ha costruito il prototipo dello strumento (Faint Object Camera) che ha consentito la partecipazione europea al Telescopio Spaziale Hubble (HST) della NASA. Dal 1984 al 1990 ha lavorato per l’ESA come HST Instrument Scientist presso la Space Telescope European Coordinating Facility a Garching in Germania. Dal 1990 al 2018 ha lavorato all’Osservatorio Astrofisico di Arcetri a Firenze in ricerche sull’evoluzione delle galassie e la cosmologia, che continua tuttora in maniera indipendente, anche se è in pensione dal 1 ottobre 2018. Dal 1995 al 1998 è stato il fondatore e primo direttore del Centro Galileo Galilei per il telescopio italiano TNG sull’isola di La Palma alle Canarie. Recentemente si è interessato di astronomia nella Divina Commedia di Dante Alighieri e di comunicazione della scienza, con conferenze sulla connessione fra astronomia e altre scienze e arti. È autore di circa 300 lavori scientifici pubblicati in riviste internazionali.
Se Napoleone Bonaparte è uno dei personaggi storici che più di ogni altro ha frequentato il grande e il piccolo schermo, è stato anche motivo ispiratore di tante pièces teatrali.
Relegato a lungo in una sorta di oblio storico-critico, il teatro napoleonico, nella sua doppia accezione storica e tematica, merita, oggi più che mai, di essere, invece, compiutamente riscoperto.
Erede delle sperimentazioni drammaturgiche che vengono attuate durante i primi anni della Rivoluzione, durante i quali il teatro diventa una scuola di “educazione civica” che guarda al reale, provando al contempo ad incidere su di esso, la produzione teatrale del periodo napoleonico si fa a sua volta laboratorio scenico, in cui vengono create pièces anticipatrici di istanze, che saranno proprie di buona parte della produzione drammaturgica novecentesca.
Barbara Innocenti ricostruisce, con grande sapienza, la storia di questi prolifici drammaturghi imperiali, che composero un numero impressionante di pièces, in cui spaziarono intorno a numerosi temi: dall’incontro fra i popoli al recupero della Storia, da questioni sociali e familiari all’’evasione’ nel mondo della fiaba e del meraviglioso.
In queste pièces, Bonaparte stesso finì ben presto per essere ‘ospitato’ in qualità di personaggio, tanto che andarono ad alimentare quel “culto nei confronti dell’Imperatore” che un giornalista de “Le Figaro”, nel 1838, definì “Napoleone Mania”.
Barbara Innocenti è ricercatrice a tempo determinato di tipo B in Letteratura Francese presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia. Membro del collegio dottorale in Miti Fondatori, ha ottenuto l’abilitazione nazionale a professore di seconda fascia nella tornata 2012 e in quella del 2018. Ha acquisito la qualifica a Maître des conférences nel settore “arts” (Storia del teatro francese – Ministero dell’Educazione Nazionale) nel 2014. Si occupa in prevalenza di teatro francese del Sette-Ottocento e in particolare del teatro rivoluzionario e napoleonico, al quale ha dedicato alcuni articoli e due monografie: I sogni della ragione (2011) e Il piccolo Pantheon (2018). È del 2020 il volume In viaggio verso il Congresso di Vienna: lettere di Daniello Berlinghieri ad Anna Martini, nel quale sono pubblicate per la prima volta le lettere indirizzate alla letterata Anna Martini dall’erudito e uomo politico senese inviato al Congresso di Vienna dall’Ordine di Malta.
Le Sezioni Letteratura e Musica hanno ricevuto dalla musicologa Aloma Bardi una suggestiva anticipazione dell'iniziativa che avremmo dovuto svolgere in presenza con lei, con il soprano Nadine Benjamin e con la pianista e musicologa Nicole Panizza, dedicata a "Lo sguardo poetico americano: poeti e compositori dagli Stati Uniti": questa iniziativa, organizzata in collaborazione con ICAMus (The International Center for American Music), è stata rinviata, in presenza nella nostra sede, al prossimo anno, ma le sue protagoniste non hanno voluto farci mancare un video corredato di ascolti musicali e realizzato appositamente da Aloma.
Come pochi altri studiosi, Aloma Bardi sa guidare questo nostro sguardo sulla cultura statunitense, illustrandone con delicatezza e profondità l'ispirazione naturalistica e filosofica.
Le liriche di Emily Dickinson ispirate alla natura del continente Nord-americano parleranno alla nostra sensibilità anche attraverso la musica di vari autori statunitensi, che le hanno intonate in periodi diversi: Aaron Copland nel 1949-50, Luigi Zaninelli nel 2003 e Juliana Hall nel 1985; i relativi ascolti sono raggiungibili attraverso i links indicati nel file pdf di approfondimento che troverete a parte, a corredo del video.
Le raffinate immagini inserite da Aloma nella sua presentazione sono tratte dall'erbario della poetessa Emily Dickinson e da collages ad esso ispirati, realizzati da Antonella Bardi.
Per ulteriori approfondimenti troverete:
- i testi delle liriche originali e in traduzione italiana;
- testimonianze del Duo Emergence (Nadine Benjamin, soprano; Nicole Panizza, pianoforte) riguardo all'interpretazione di queste liriche;
- la bibliografia relativa agli argomenti e alle opere trattate nel video.
La Sezione Letteratura desidera presentarvi un bellissimo video, di notevole impatto emotivo ed evocativo sulla figura, la vita, l’opera e l’impegno nella carità di Don Corso Guicciardini a pochi mesi dalla morte, avvenuta il 5 novembre del 2020 all’età di 96 anni.
La realizzazione di questo video è stata preparata con grande generosità, ricchezza di dettagli e profondi spunti di riflessione dalla prof.ssa Anna Borgia D’Oriano, nipote di Don Corso e amica da sempre del Lyceum.
La prof.ssa Anna Borgia D’Oriano è legata su più fronti alla nostra Associazione; essendo bisnipote di Beatrice Pandolfini, fondatrice del Lyceum, ed essendo stata per molto tempo Presidente della nostra Sezione Letteratura.
La figura di Don Corso è dunque molto vicina alla vita del Lyceum fiorentino, in quanto nipote della nostra fondatrice, la quale volle affiancarlo nell’opera di carità fondando un comitato, ancora oggi operante, a sostegno delle case famiglia della Madonnina del Grappa.
Nella prima parte del suo intervento, Anna Borgia d’Oriano ci illustra Il percorso di fede di Don Corso, iniziato negli anni dell’adolescenza nelle Conferenze della San Vincenzo e la sua vocazione, divenuta sempre più forte e consapevole con la frequentazione di religiosi ed intellettuali cattolici, da Giorgio La Pira a Don Bensi , allo stesso Don Giulio Facibeni, fondatore dell’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, di cui don Corso prosegue l’opera fino alla sua morte.
Nella seconda parte Anna ci accompagna in una visita ai luoghi dell’ Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, ancora oggi impegnata nel sostegno dei minori soli in difficoltà, offrendo loro l’inserimento in una casa famiglia e la possibilità di una formazione professionale che permetta a questi ragazzi di inserirsi in modo attivo nella società.
Géraud de la Tour d’Auvergne condivide con il Lyceum e con il nostro pubblico una riflessione sulla commemorazione di Napoleone Bonaparte, a 200 anni dalla sua scomparsa.
Ricorderete che il principe Géraud de la Tour d’Auvergne, Inspecteur général honoraire de l’administration des affaires culturelles, è stato ospite al Lyceum in occasione dell’anniversario della nascita di Caterina de’ Medici, da cui discende in linea diretta, insieme a suo figlio Bertrand e alla sua bella famiglia, con Jitka e la piccola Katherina.
Ed è stato proprio Bertrand a ricordarmi che la sua Mamma, la principessa Daisy de la Tour d’Auvergne, mancata nel 2017, discendeva dal re Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore dell'imperatore.
È una voce antica, quindi, quella che dalla Francia giunge a Firenze, attraverso la forza dell’amicizia e il valore condiviso della cultura, che supera qualunque distanza.
Oggi, la memoria di Napoleone suscita interesse in tutto il mondo e accende reazioni opposte, così come era successo durante la sua stessa vita: Segno d’immensa invidia / E di pietà profonda, / D’inestinguibil odio / E d’indomato amor…
Fu vera gloria? – si chiedeva Manzoni. Non dobbiamo rispondere.
Con il giusto distacco e la dovuta imparzialità richiesta dal pensiero storico, il Lyceum, in nome della sua vocazione internazionale, vuole offrire, con profondo convincimento, un’occasione al ricordo.
La Presidente
In occasione della Giornata Internazionale della Luce il 16 Maggio e delle Api il 20 Maggio, la Sezione Scienze e Agricoltura vi propone il video “stellato” della naturalista Francesca Romana Dani: Come le api sono guidate dai colori della luce.
Quando parliamo di api pensiamo subito ad una sola specie, l’Apis mellifera, che produce il miele. In realtà ci sono molte altre specie di api, tutte utili, ciascuna per una loro caratteristica. Hanno un organo visivo complesso e diverso nelle api che lavorano al buio da quelle diurne; non vedono i fiori come li vediamo noi e quasi sempre sono le femmine che nutrono i piccoli con il polline dei fiori.
Ma, le api danzano?
Francesca Romana Dani è laureata in Scienze Naturali presso l'Università di Firenze e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biologia Animale (Etologia) presso il Dipartimento di Biologia Animale e Genetica dell'Università di Firenze dove insegna Biologia e zoologia generale. Lavora in campo internazionale ed ha conseguito vari premi e riconoscimenti per la sua attività scientifica.
Firenze,
Palazzo Adami Lami
Lungarno Guicciardini, 17
E-mail:
info@lyceumclubfirenze.it