Dallapiccola torna al Lyceum. Mario Ruffini

Una “Dallapiccola Renaissance”. In seguito alla nascita del Centro Studi Luigi Dallapiccola e alla stretta collaborazione del nuovo organismo con il Maggio Musicale Fiorentino è nato Dallapiccola torna in città, che con i suoi 3 eventi al Maggio e i 40 appuntamenti in città rappresenta un vero festival nel festival. Un tributo che l’Italia deve al più importante compositore italiano del Novecento e che può aver luogo solo a Firenze, città di adozione del compositore, dove il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” è stata la sua casa per quarant’anni, e dove si è sviluppata tutta la sua carriera dalla prima edizione del Maggio 1933 fino a questa LXXXI edizione 2018.

Luigi Dallapiccola e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Ma in questa articolata e ricca serie di manifestazioni, oltre a Luigi Dallapiccola, assisteremo alla riscoperta di una figura a pochi nota, quella di sua moglie Laura. Parliamo di Laura Coen Luzzatto, che firma la sua tesi di laurea come Laura Luzzatto, diventa nota come Laura Dallapiccola, e vuole essere ricordata sulla pietra tombale semplicemente come Laura. Un nome e una storia, tutta da scoprire.


L’Accademia delle Arti del Disegno espone un suo ritratto, la Comunità Ebraica le dedica una intera serata di parole e musica, l’Università degli Studi di Firenze pubblica addirittura la sua tesi di laurea discussa nel 1932. Non poteva mancare il Lyceum Club Internazionale di Firenze, che è giustamente in prima fila in questa riscoperta perché è fra le poche istituzioni fiorentine ad avere avuto il privilegio di un rapporto diretto sia con Luigi che con Laura Dallapiccola, un rapporto che oggi – grazie a Donatella Lippi, Elisa Acanfora ed Eleonora Negri – continua anche con il Centro Studi Luigi Dallapiccola.


Laura Domitilla Maria Coen Luzzatto, nasce a Trieste giovedì 9 febbraio 1911 (sotto il segno dell’Acquario, come Luigi): dopo il Diploma di maturità classica al Regio Ginnasio-Liceo Francesco Petrarca di Trieste, si trasferisce a Firenze nel novembre del 1928 per compiere gli studi universitari, pur continuando a risiedere anagraficamente a Trieste fino al 1931.


Jannina Vait Teuten, Ritratto di Laura Dallapiccola, 2005. Collezione privata

Due anni dopo il suo arrivo a Firenze – obbedendo ai dettami della Legge Falco appena promulgata (Regio Decreto 1731 del 30 novembre 1930) – si iscrive alla Comunità Israelitica di Firenze, facendo seguito a quelle disposizioni che rendevano obbligatoria questa procedura, ma dopo questo primo atto formale, Laura, che è atea, non frequenterà più la Comunità, così come non l’aveva frequentata immediatamente dopo il suo arrivo. Dato, questo, che già rivela il suo carattere: obbediente alle disposizioni, ma ferreamente libero, senza clamore.


Nel 1931 conosce Luigi Dallapiccola e sposta a Firenze la sua residenza definitiva. Nel 1936 Laura lascia la sua casa in Via Faentina 75 e va ad abitare in Viale Regina Margherita 28, in un appartamento appositamente cercato da lei stessa per dare inizio alla convivenza con Luigi. Passo ardito e coraggioso per l’epoca. Ormai le scelte sono compiute: il 23 gennaio 1938 Laura viene battezzata ed entra a far parte formalmente della comunità cattolica. Il battesimo è funzionale a poter celebrare il matrimonio con Luigi in forma religiosa, che ha luogo nella chiesa di San Marco Vecchio il 30 aprile 1938. Da quel momento vive la sua intera esistenza in funzione di suo marito e della sua musica.


Il Matrimonio di Luigi e Laura Dallapiccola, Firenze, Chiesa di San Marco Vecchio, 30 aprile 1938

Giovanni Colacicchi e Luigi Dallapiccola incontrano le loro compagne – Flavia Arlotta e Laura Coen Luzzatto – nello stesso periodo, ovvero nei primi mesi del 1931. Flavia, venuta a Firenze per studiare pittura, inizia anche degli studi musicali, e conosce Luigi, di cui sarà allieva di pianoforte, proprio grazie al pittore, divenuto in precedenza suo maestro. La bellezza di Flavia, unita all’eleganza di una raffinatissima e colta ragazza, suscita immediati interessi nei suoi insegnanti, e Giovanni si dimostra a più riprese sanguigno e geloso. Travolgente è l’amore di Flavia per Giovanni, nonostante i problemi legati al primo matrimonio di lui. Dallapiccola deve invece affrontare le leggi razziali nella sua unione con Laura, e nei giorni più problematici della guerra, costretti a continui cambi d’abitazione, trova con lei ospitalità anche a casa Colacicchi. Anni nei quali Dallapiccola chiama galupcik (piccioncino) Piero, il primogenito di Giovanni e Flavia.


Il Lyceum degli anni Trenta può vantare una attività espositiva di prim’ordine sotto le presidenze di Elena Salvaneschi e poi Vittoria Contini Bonaccossi, e vi possono essere viste opere di autori già rilevanti che ritroveremo spesso nelle vicende dallapiccoliane, come Felice Carena, Felice Casorati, Filli Levasti, Alberto Savinio, Giorgio de Chirico, Giovanni Colacicchi, Flavia Arlotta.


Il 2 febbraio 1940 Colacicchi apre al Lyceum Internazionale di Firenze una mostra personale, introdotta da un discorso al pubblico di Roberto Papi, alla quale è presente l’intero mondo intellettuale fiorentino, da Pasquali a Bo, da Lisi a Calamandrei, da Dallapiccola a Salmi, da Michelucci a Bargellini, da Maraini a Rosai. Arriva anche Bernard Berenson accompagnato da Arturo Loria. Mancavano circa tre mesi al Festival del Maggio, Laura acquista, proprio a una mostra del Lyceum, L’antenna della radio, un olio che Colacicchi aveva fatto nel 1938, e lo regala al marito per il compleanno (3 febbraio), un dono fatto anche in previsione dell’allestimento scenico di Volo di notte, che troviamo nella collezione Dallapiccola e pare essere stato un momento preparatorio nella costruzione dell’opera. Sembrava inoltre che dovesse portare Colacicchi a prender parte alla messa in scena di Volo di notte, poi realizzata invece da Baccio Maria Bacci, voluto da Mario Labroca per i migliori legami del pittore con il regime: motivo di garanzia del buon esito dell’allestimento che forse Colacicchi non avrebbe potuto dare.

Giovanni Colacicchi, L'antenna della radio, 1938, Collezione Gabinetto Vieusseux

In questo canone doppio dei quattro amici, si inseriscono due Profili di Dallapiccola che Colacicchi realizza nel 1938 e nel 1947, il primo donato agli Uffizi, l’altro – divenuto nel tempo emblema della stessa immagine dallapiccoliana – al compositore. Sono gli anni del Maggio Musicale Fiorentino: quello del 1940 vede protagonista Dallapiccola con Volo di notte.

Giovanni Colacicchi, Disegno di Luigi Dallapiccola, 1938. Collezione degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe

Giovanni Colacicchi, Disegno di Luigi Dallapiccola, 1947. Collezione privata

Anni dopo, dopo il successo dell’Ulisse a Berlino (settembre 1968), le due famiglie Colacicchi e Dallapiccola e altri amici si ritrovano a cena al ristorante La Loggia di Piazzale Michelangelo per festeggiare il grande evento musicale. Laura e Flavia rimarranno in rapporti di amicizia sino alla fine: l’ultimo loro incontro avviene nel periodo di Natale del 1994, alla presenza dell’autore di questa nota, tre mesi prima della morte di Laura, un thè, nell’indimenticabile pomeriggio davanti al caminetto acceso: in quella occasione furono anche ricordati i fugaci giorni negli anni di guerra della breve permanenza dei coniugi Dallapiccola in Via dell’Osservatorio. Dopo quella visita, Flavia per la prima volta accennò all’autore di questa nota la volontà di riprendere l’antico Profilo di Luigi Dallapiccola dipinto da suo marito Giovanni nel 1947 e di farne un olio, ricalcandone in qualche misura i tratti: una pratica che l’aveva vista altre volte contrappuntare, con civettuola giocosità, i lavori del marito. Sarebbero passati dieci anni per il compimento del suo Ritratto di Luigi Dallapiccola, quasi “Odisseo”, l’ultimo suo lavoro, nel quale rivivono i ricordi di ottanta bellissimi anni, attraversati dentro una Firenze divenuta per tutti e quattro patria d’adozione. I contorni sfumati del Ritratto dovuti in parte all’età, sono nella stessa natura di Flavia pittrice, intima e atemporale, volta a captare la luce interiore.

Flavia Arlotta, Ritratto di Luigi Dallapiccola, 2005, Collezione privata

Mario Ruffini

Presidente del Centro Studi Dallapiccola