Firenze,
Palazzo Adami Lami
Lungarno Guicciardini, 17
E-mail:
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Il nostro Club non poteva non associarsi alle celebrazioni, per ricordare i 200 anni di una istituzione culturale, che da sempre è simbolo della cultura e della formazione intellettuale della nostra città, il Gabinetto Vieusseux.
Fondato nel 1819 da Giovan Pietro Vieusseux, banchiere, viaggiatore, editore, come gabinetto di lettura di riviste e gazzette provenienti da tutta Europa e diventato “biblioteca circolante”, destinata al prestito a domicilio, è oggi un'istituzione culturale specializzata per lo studio e le ricerche sulla cultura italiana e straniera dell'800 e del '900, ricca anche di un archivio di fondi, che vanta opere autografe e documenti di autori di straordinaria rilevanza. Arthur Schopenhauer, Stendhal, Alphone de Lamartine, Heinrich Heine, James Fenimore Cooper, Hector Berlioz, Robert Browning, John Ruskin, Fëdor Dostoevskij, Mark Twain, Emile Zola, André Gide, Isadora Duncan, Gertrude Stein, Rudyard Kipling, Aldous Huxley, D.H. Lawrence, oltre a numerosi scrittori e artisti italiani…. sono questi i nomi di coloro che hanno frequentato il Vieusseux, polo di attrazione per i letterati di tutto il mondo.
E Firenze, città aperta e cosmopolita, era frequentata e vissuta da tanti stranieri, tra cui molti intellettuali, uomini politici, artisti, musicisti, pittori, scrittori, che trovavano al Gabinetto Vieusseux un punto di riferimento, un luogo di incontro tra la cultura italiana e quella europea.
Grazie alle parole della sua Direttrice, Gloria Manghetti, si apre, metaforicamente, quel portone nel cortile di Palazzo Strozzi, col racconto della sua storia, del suo ruolo attuale, delle sue prospettive.
Gloria Manghetti, dal dicembre 2007 Direttore del Gabinetto Vieusseux, ha dedicato vari contributi alla letteratura italiana contemporanea, con particolare attenzione alla poesia (So la tua magia: è la poesia. Diego Valeri. Prime esperienze poetiche, Scheiwiller, 1994; Sul primo Luzi, ivi, 2000).
Curatrice di carteggi (G. Papini-G. Prezzolini, Carteggio. I 1900-1907; II 1908-1915 [con S. Gentili], Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, 2008; A. Palazzeschi-D. Valeri, Carteggio. 1934-1972, ivi, 2004; E. Montale, Lettere a Clizia [con R. Bettarini e F. Zabagli], Mondadori, 2006; G. Papini-G. Prezzolini, Carteggio. II. 1908-1915. Dall’inizio della “Voce” alla fine di “Lacerba”, [con S. Gentili], Edizioni di Storia e Letteratura, 2008), mostre e convegni, oltre che di raccolte di testi di autori e riviste del Novecento, è da tempo impegnata sulle problematiche relative alla conservazione e valorizzazione degli archivi letterari. È stata Segretaria letteraria del Premio Viareggio. Attualmente è Presidente della Fondazione Primo Conti di Fiesole.
Enrico Colle, direttore del Museo Stibbert, ci parla dell'attività e della programmazione del museo durante una stagione complessa per le oggettive difficoltà di rapporti con il pubblico, con le altre istituzioni, con le maestranze, come quella creata dalla inedita situazione che tutti stiamo vivendo. Un'attività intensa che include importanti interventi di restauro e l'allestimento della biblioteca dedicata alle arti decorative: due motivi che renderanno ancora più interessante la frequentazione dello Stibbert da parte dei visitatori mai abbastanza numerosi nel godere del generoso dono lasciato a Firenze dal gentiluomo anglo-fiorentino.
Apriamo la porta di Palazzo Adami Lami, per intraprendere una visita all’interno del maestoso edificio che ospita la nostra sede.
Avremo una guida d’eccezione, Matteo Calcagni, che, grazie all’accoglienza della Signora Vanna Adami Lami, ci condurrà virtualmente nei locali di questo palazzo, che ha una storia davvero singolare, aprendo per il Lyceum anche la Galleria Egizia, un gioiello nascosto, dove è conservato l’imponente archivio di Famiglia.
Lo sguardo che fugge dai finestroni della “nostra” sala e si posa sull’Arno, accarezza Palazzo Corsini, raggiunge Ponte Santa Trinita, da una parte, e Cestello, dall’altra, non può che apprezzare quell’atmosfera della Firenze sette-ottocentesca, la stessa che videro l’educatrice inglese Maria Cosway, musicista e studiosa di arte, così fiorentinizzata da apparire estranea alla società inglese, e lo storico Edward Gibbon, membro del Parlamento della Gran Bretagna per i Whig, che vissero proprio in questo palazzo…
La conoscenza del luogo, in cui il Lyceum ha posto il suo quartier generale, contribuisce sicuramente ad accrescere la consapevolezza e lo spirito d’appartenenza.
Matteo Calcagni, laureato con pieni voti in Storia Moderna presso gli atenei di Pisa e Siena sotto l’ègida di Franco Angiolini e Andrea Zagli, svolge attività di ricerca in qualità di PhD Researcher nel Dipartimento di Storia e Civiltà dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze (Supervisor: Giancarlo Casale).
Il progetto di ricerca che sta portando avanti all’European University Institute, intitolato ‘Hard Times in the Levant’, è dedicato alla mobilità di persone e oggetti nel Mediterranneo tra Sei e Settecento e ruota intorno alle sconosciute attività mercantili di Francesco e Domenico Adami in Levante, le cui carte sono custodite all’interno dell’Archivio Adami-Lami e rappresentano un unicum nel panorama degli studi sul Mediterraneo in età moderna poiché, fino ad ora, non esistevano tracce di operatori economici toscani attivi nell’Impero Ottomano alla fine del XVII secolo a causa della scarsità di documentazione.
È autore di alcune significanti scoperte e ‘riscoperte’ di archivi sparsi per la Toscana, tra cui l’archivio Adami-Lami, l’archivio Bargagli, l’archivio Seratti, l’archivio Montini, e il recupero dell’archivio Bargagli Bardi Bandini dopo una provvisoria dispersione durata circa 30 anni.
È autore di alcuni saggi di Storia Moderna, tra i quali “Francisco de Toledo residente imperiale alla corte di Cosimo I durante la Guerra di Siena, 1552-1555” (Bullettino Senese di Storia Patria, Accademia degli Intronati, 2017) e “Francesco Adami, a Young Livornese Merchant in London, 1673–1674” (Cromohs - Cyber Review of Modern Historiography, vol. 22, 2019), nonché del volume
“La Toscana del Granduca Ferdinando II. Diplomazia, cerimonie e quotidianità alla corte dei Medici (1661-1664),” per i tipi di Angelo Pontecorboli (2018).
Tra le vittime ideali della pandemia c'è la Cultura, intesa come socializzazione, come formazione, come occasione educativa e dialogo.
Abbiamo condiviso l'amarezza dei teatri chiusi, dei musei deserti, delle attività associative apparentemente spente, delle scuole semi-vuote.
I settori legati ad eventi e luoghi fisici sono stati, infatti, inevitabilmente tra i più colpiti dalle misure di distanziamento sociale e la loro sostenibilità finanziaria è compromessa.
Al di là delle misure messe in atto fino ad ora (ammortizzatori sociali, fondi di emergenza, interventi di sostegno...), quali prospettive aspettano queste realtà?
Un quadro della situazione verrà offerto dall'On. Rosa Maria Di Giorgi, che, anche in questo periodo, dimostra di essere vicina al Lyceum, proponendoci una riflessione attualissima, frutto della sua esperienza di lavoro all'interno del dibattito parlamentare.
Rosa Maria Di Giorgi è un volto notissimo ed è riduttivo proporre qualunque presentazione. Ricordiamo solo che è stata Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, finché, eletta al Senato, è stata Segretario della Presidenza e Vice Presidente. Ora siede alla Camera ed è, tra le altre sue funzioni, membro della VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali).
La Sezione Letteratura ha l’onore di proporVi l’anticipazione dell’apertura delle Celebrazioni Dantesche, attraverso le parole di Ferruccio De Bortoli. una delle figure di maggior spicco del Giornalismo italiano e non solo. Ferruccio De Bortoli offre un contributo importante, nella sua veste di Vice-Presidente dell’Associazione Dante Alighieri, che venne fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali, guidati da Giosuè Carducci, e fu eretta in Ente Morale con R. Decreto del 18 luglio 1893, n. 347, con lo scopo di «tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i
legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana». Affidando a Ferruccio De Bortoli questo intervento, il Lyceum non intende proporre una “medaglia commemorativa”, ma realizzare un monumento aere perennius, una riflessione, che incida nella sostanza della nostra coscienza collettiva.
Laurea in Giurisprudenza. Giornalista professionista dal 1975. Ha diretto due volte il Corriere
della Sera, dal 1997 al 2003 e dal 2009 al 2015. E il Sole-24 Ore dal 2005 al 2009. È stato
editorialista della Stampa. Nel 2003-2004 ha ricoperto l’incarico di amministratore delegato della
Rcs Libri e Presidente di Flammarion e Casterman. È stato, inoltre, Vice Presidente dell’Aie,
l’associazione italiana degli editori e membro dei consigli di Adelphi, Skira e Marsilio. Consigliere
indipendente di Ras, Presidente della fondazione teatro Franco Parenti e consigliere
dell’Associazione Amici del Poldi Pezzoli. Attualmente è Presidente di Associazione Vidas, da
maggio 2015 della casa editrice Longanesi da febbraio 2020 Vice Presidente della Società Dante
Alighieri e Presidente Advisory Board IAB Italia. È membro del consiglio di amministrazione
della Fondazione Bambin Gesù di Roma, della Fondazione Paolo Grassi, della Fondazione
Pesenti, della Fondazione Renato Giunti, della Fondazione Culturale Ambrosianeum, membro
dell’Aspen Institute Italia, dell’Advisory Board dell’Osservatorio Permanente Giovani Editori,
dell’Advisory Group di Spencer Stuart Italia e dell’Advisory Board Assolombarda. Scrive per il
Corriere del Ticino e per il Corriere della Sera.