Il Lyceum di Firenze al tempo delle leggi razziali

Nel corso degli anni Venti, altri cambiamenti nel club furono riflesso indiretto del nuovo clima politico: nel 1920, venne fondata la Sezione Agraria, che ricevette grande impulso dalla consonanza con la politica rurale del regime; la Sezione Letteratura, di cui fu presidente in quegli anni Jolanda De Blasi, organizzò importanti iniziative, non celando le sue simpatie per temi ed esponenti vicini al regime, pur nella apoliticità del club; la Sezione Filantropia, nel 1922, divenne Sezione Attività sociale.

A questo afflato nazionalistico, va forse ricondotta la questione relativa alla presenza di socie straniere, nell'organo di gestione del Club, che venne dibattuta più volte1.

E' del giugno 1923, un episodio, che, per quanto non chiarito dalle fonti, dà la misura delle tensioni all'interno del Consiglio: per motivi non specificati, le due vicepresidenti, Elisa Uzielli e Amelia Rosselli, si dimisero dal Consiglio e a loro fecero eco le dimissioni delle consigliere Giorgia Zabban e Laura Orvieto. Il Consiglio indisse nuove elezioni, che, però, non si resero necessarie, in quanto le fonti non registrano un'assemblea dedicata a questo scopo.

Sono, però, eloquenti le parole di Laura Orvieto2: "Non diretta contro di lei [Laura], ma contro le due vicepresidenti, amiche sue e semite, si formò un’opposizione che faceva capo e comprendeva poche socie: piccolo gruppo, certo, ma basta la volontà di pochi a far del male anche al di là delle loro intenzioni e delle loro volontà. Il Lyceum si divise in due partiti; uno grande che faceva capo alla presidente, indignata e addolorata di quanto succedeva, l'altro piccolo, che comprendeva una minoranza assoluta. Vinse il primo, ma il veleno era ormai inoculato: a poco a poco le socie semite lasciarono il Lyceum, anche se continuarono a pagare la quota".

Si dimise, nel 1924, anche Amelia Rosselli, pur rimanendo socia del club, molto verosimilmente a seguito dell’aggressione delle squadre fasciste al «Circolo di cultura» in cui erano attivi i suoi figli e l’amico Salvemini; seguirono le dimissioni di Elisa e Ida Uzielli, Bianca Viviani della Robbia, Elvira Pierini, Maria De Matteis Giovannozzi, Clara Passigli, Elisa Frontali Milani...

Era l'inizio di quella diaspora delle socie di origine ebrea, che rappresentavano parte consistente, attiva e vitale del club.

Il 1 gennaio 1939, in seguito all'emanazione delle leggi razziali, il Consiglio inviò a 23 socie una lettera circolare, in cui si dichiarava l'aggiunta di un articolo allo Statuto, che condusse all’allontanamento di un certo numero di socie, che avevano partecipato fin dalla fondazione alla vita del Circolo: “Condizione indispensabile per poter essere socie del Circolo è l’appartenenza alla razza ariana3

Questa è stata, fino ad oggi4, la versione con cui è stata inquadrata la storia del Lyceum di quegli anni, uno degli episodi apparentemente più bui della sua esistenza5.

In realtà, se valutato nel panorama delle associazioni attive in Italia in quegli anni, il gesto del Consiglio ha una valenza quantomeno ancipite: già il Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza del 1931 aveva vietato, all’art. 211, di promuovere, costituire, organizzare o dirigere associazioni di carattere internazionale senza l’autorizzazione del ministro dell’Interno e vietava ai cittadini italiani di parteciparvi senza una esplicita autorizzazione. E il Lyceum aveva proseguito la sua vita, a differenza di altre associazioni, come, ad esempio, il Soroptimist che, fondato a Milano nel 1928, nella primavera del 1934 fu costretto a cessare la sua attività e solo nel 1948 poté riprendere l’attività associativa, che ebbe poi, di nuovo, sanzione ufficiale il 30 maggio6.

Anche nella vita di tante altre associazioni si registra l'inevitabile adeguamento alle leggi razziali.

La circolare inviata dal Consiglio nel gennaio del 1939, riletta alla luce del panorama generale di quanto fecero analoghe istituzioni, viene a configurarsi, quindi, come il minimo gesto di adesione alla nuova normativa precisata dalle leggi razziali.

Fu, sulla base dei documenti, l'inevitabile, sofferta decisione per continuare a sopravvivere come club e non incorrere in sanzioni, che avrebbero potuto pregiudicare l'esistenza collettiva e individuale.

Questa interpretazione è oggi supportata dal reperimento di una lettera, scritta dalla presidente Beatrice Pandolfini al Questore di Milano, attraverso la moglie, nella quale chiedeva di poter discriminare Laura Milani Comparetti7:

Cara Donna Maria

Le scrivo facendo un passo avanti ed uno indietro!  Ma è un’antica amicizia ed una vecchia memoria che mi sospinge.  La signora Alice Milani Comparetti8, israelita, ha fatto domanda di discriminazione.  Essa, conoscendo l’amicizia che mi legava alla signora Laura Milani Comparetti ed al professor Milani9, celebre archeologo, mi chiede di far avere una parola per lei a Sua eccellenza il Prefetto. Io la rivolgo a lei, cara Donna Maria, con preghiera di farne prendere visione a Sua Eccellenza! Sono pratiche che devono avere il loro corso e non c’è raccomandazione che possa valere. Ma fino a dire che i genitori di Albano Milani e suoceri della signora Alice, erano persone degne di fede e dell’amicizia che Firenze colta portava loro, arrivo e molto volentieri perché la brava gente è tale in tutte le razze.  Sarò presto costà e verrò a portarle il saluto del Lyceum e di Firenze. Auguri e saluti da Beatrice Pandolfini Corsini

Questa lettera, che riflette la netta posizione personale di Beatrice Pandolfini, a cui cercò di improntare anche la posizione del club, conforta l'interpretazione che il Lyceum Club solo forzosamente si adeguò alla circolare Bottai, intervenendo con il gesto di minore entità possibile.

Non va trascurato che, in Consiglio, ricoprivano ruoli importanti Jolanda De Blasi10  e Beatrice Rosselli Del Turco, di dichiarata simpatia per il regime, animatrici di iniziative che si allineavano con la propaganda fascista.

Anche per questo, il Lyceum, ma, in generale, tutto l’associazionismo femminile giungeva assai indebolito all’appuntamento della fine degli anni Trenta, quando si consumò  la fine  della prima lunga fase del movimento politico europeo delle donne, inteso come movimento autonomo da altre culture e organizzazioni politiche.

Da una parte, la crisi economica condizionò il percorso di emancipazione sul piano del lavoro, dall'altra, i regimi totalitari repressero, in modo esplicito o attraverso l’assorbimento nelle organizzazioni dei partiti dominanti, le associazioni autonome delle donne, provocando dolorose mutilazioni.

Il Lyceum sopravvisse, grazie all'acume della sua presidente, ma soffrì le conseguenze dei mutamenti storici: la causa strutturale e più profonda della crisi è forse da ricercarsi anche nel mancato ricambio generazionale, peraltro condiviso da tutto l'associazionismo femminile, e di cui le stesse protagoniste furono consapevoli, tentando di porvi rimedio con l’istituzione di commissioni dedicate al coinvolgimento di donne più giovani, l’apertura di centri di documentazione e di Sezioni giovanili.

Determinante fu, poi, la perdita di attrazione: le generazioni femminili, nate agli inizi del secolo, erano figlie dell’Ottocento e, pur avendo vissuto la frattura della guerra mondiale,  riuscirono solo parzialmente a misurarsi con la nuova società di massa.

Al termine della guerra, con velocità ben maggiore rispetto a quella con cui era stata inviata la circolare del gennaio 1939, fu inviata dal Consiglio di Reggenza, una lettera di scuse a quelle socie,  invitandole a dimenticare e a raggiungere di nuovo il club11.




Estratto da: Donatella Lippi, Associazionismo femminile fra Ottocento e Novecento. La storia del Lyceum Club Internazionale di Firenze, in “Rassegna Storica Toscana, LXVI, 2016, n. 2, pp. 189-224

Note:

1. La distinzione venne tolta nello Statuto del 1945.

2. Laura Cantoni Orvieto (1876 –1953) è stata una scrittrice italiana, ebrea, moglie del giornalista e poeta Angiolo Orvieto, fondatore del periodico culturale Il Marzocco, a cui collaborò. Amica di vari scrittori e poeti, fu particolarmente legata a Amelia Pincherle Rosselli. Negli anni delle persecuzioni razziali, riuscì a salvarsi e nel dopoguerra fu ancora attiva, dirigendo il periodico fiorentino "La Settimana dei ragazzi". Tra le sue opere, Leo e Lia. Storia di due bimbi italiani con una governante inglese, Firenze, R. Bemporad e figlio, 1909 e Storie della storia del mondo. Greche e barbare, Firenze, R. Bemporad e figlio, 1911.

3. AsL, serie 1/1.5, Circolari a stampa, fasc. 24, Circolare a stampa, 19 gennaio 1939.

  4. M. SANDIFORD, Profilo storico del Lyceum Club di Firenze fra cultura e impegno civile, internazionalismo e nazionalismi, in Lyceum Club Internazionale di Firenze, 1908-2008. Cento anni di vita culturale del primo circolo femminile italiano, a cura di M. Sandiford, Firenze, Polistampa. 2008, pp. 35-68. Qui, pp. 65-67.

  5. L. INSANA, Fascist Appropriations, The case of Jolanda De Blasis Le scrittrici italiane, in  Strong Voices, Weak History Early Women Writers and Canons in England, France, and Italy, P. J. Benson and V. Kirkham Editors, Ann Arbor, University of Michigan Press, 2005, p. 314-338. Qui, p. 316.

  6. Si veda anche V. DE GRAZIA, How Fascism ruled women, Italy 1922-1945, Berkeley-Los Angeles, University of California Press, 1992, p. 257.

7.  Lettera di Beatrice Pandolfini Corsini a Maria Mangano, Firenze, 22 dicembre 1938, in ASMilano,   Gabinetto di Prefettura II serie, Pratiche relative a cittadini di origine ebraica, Fascicoli personali, b. 52, fasc. "Weiss in Milani Comparetti, Alice" (nel regesto: «Beatrice Pandolfini Corsini segnala a "donna Maria" la richiesta di discriminazione di Alice Milani Comparetti chiedendole che ne faccia prendere visione al Prefetto». Ringrazio il Direttore, Dr. Benedetto Luigi Compagnoni, per la segnalazione.

  8. Alice Weiss (1895-1978) e Albano Milani Comparetti furono i genitori di Don Lorenzo Milani Comparetti (1923-1967), fondatore di Barbiana. La famiglia ebbe fitte relazioni con le famiglie Olschki, Valori, Pavolini, Castelnuovo Tedesco, Spadolini: molti di questi nomi sono legati alla storia del Lyceum.

  9. Luigi Adriano Milani (1854-1914), archeologo e numismatico: aveva sposato Laura Comparetti (1865-1913), figlia del senatore Domenico Comparetti (1835-1927), grande filologo.

  10. Jolanda De Blasi (1888-1964) insegnò dal 1915 al 1918 storia e letteratura al Liceo Ginnasio Dante di Firenze e dal 1922 al 1940 materie letterarie all’Educandato della SS. Annunziata a Poggio Imperiale di Firenze. Contemporaneamente, scrive novelle, saggi, articoli e traduzioni e inizia una vivace attività di organizzatrice culturale. Iscritta al Lyceum di Firenze fino dal 1912, dal 1925 diviene presidente della sezione Letteratura, portando avanti una costante attività di conferenze ed eventi di divulgazione culturale. Negli anni del fascismo, fervente monarchica e ammiratrice di Mussolini, conobbe ed ebbe rapporti epistolari con molti esponenti della Corte o del regime. Insegnante, traduttrice, pubblicò saggi di critica letteraria.

  11. AsL, serie 1/1.7.1, Corrispondenza, fasc. 5, lettera dattiloscritta del Consiglio reggente del Lyceum del 19 novembre 1944.