15 maggio

Giovedì 15 maggio 2025, ore 18


SEZIONE LETTERATURA 

 

ANNA DOLFI

Grazia Deledda: storia di una scrittrice (e struttura dei romanzi)


la Sezione Letteratura Vi invita alla conferenza sulla figura e l'opera della scrittrice sarda, premio Nobel, Grazia Deledda, tenuta da Anna Dolfi, Professore Emerito dell'Università degli Studi di Firenze e Accademica dei Lincei.

 

L’opera di Grazia Deledda (Nuoro 1871-Roma 1936) si colloca in un momento difficilmente definibile della narrativa italiana. Partendo da racconti e novelle che ancora risentivano di un attardato e sognante romanticismo e mostravano i limiti delle schematizzazioni semplificanti dei feuilleton in voga sulla stampa dell’epoca, la giovane scrittrice si sarebbe avvicinata rapidamente alla più moderna poetica del naturalismo che riformula, per quel che la riguarda, rivolgendo un’attenzione specifica alla composizione sociale della realtà regionale nella quale era cresciuta e di cui aveva studiato a fondo usi e costumi. I suoi romanzi più belli, per lo più ambientati in una atemporale Sardegna, rivelano non casualmente l’esistenza di persistenti categorie socio-antropologiche sulle quali si modellano i personaggi e il loro agire. La significativa ripetitività di quelle categorie determina anche l’organizzazione e ilplotnarrativo, costantemente soggetto a una logica veterotestamentaria di punizioni e divieti. Ma nel trasporre in immagini e ruoli archetipici, in fatalità, i problemi e le contraddizioni di una società fuori del tempo soggetta, in particolare in Sardegna (non a caso luogo dislocato di conservazione), a una rigida gerarchizzazione, i romanzi della Deledda spostano gradualmente in un contesto borghese antichi tabù basati sull’intoccabilità della donna, sulla sacralità del denaro, sulla fatalità della colpa, sulla necessità della punizione, optando per la fallibilità ontologica piuttosto che per la denuncia delle implicazioni storiche. La sua opera veniva così a rafforzare la legittimità di uno status quo che i lettori del tempo dovettero trovare rassicurante ma che oggi (specie nelle prove più suggestive della maturità: La danza della collana, Il segreto dell’uomo solitario, La chiesa della solitudine), alla luce di analisi proppiane, mostra bene limiti e rischi insiti in proiezioni che, specie se translate dall’esterno all’interno, alimentano la rassegnazione e l’accettazione della sofferenza conducendo inevitabilmente all’autodistruzione.

 

Anna Dolfi è Professore Emerito dell’Università degli Studi di Firenze e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Tra i maggiori studiosi di Leopardi, leopardismo, ermetismo e di narrativa e poesia del Novecento (i suoi ultimi libri sono dedicati a Giorgio Caproni, Giorgio Bassani — di cui ha curato per Feltrinelli l’edizione commentata delle Poesie complete—, Antonio Tabucchi), ha progettato e curato volumi di taglio teorico e comparatistico sulle tematiche del journal intime, della scrittura epistolare, di malinconia e malattia malinconica, di nevrosi e follia, di alterità e doppio nelle letterature moderne, e raccolte sul tema dello stabat mater, la saggistica degli scrittori, la riflessione filosofica nella narrativa, il non finito, il mito proustiano, le biblioteche reali e immaginarie, il rapporto tra notturni e musica, letteratura e fotografia, ebraismo e testimonianza. Si è interessata a lungo di artisti nati in Sardegna, in particolare dell’opera di Grazia Deledda e di Giuseppe Dessí. Alla Deledda ha dedicato una monografia (Grazia Deledda, Milano, Mursia 1979), la ristampa di alcuni romanzi per gli “Oscar” Mondadori e la Newton Compton. Sua un’edizione commentata diCanne al vento(Torino, SEI, 1993) e la consulenza scientifica per una mostra deleddiana allestita nel 1987 presso la Biblioteca Nazionale di Roma (di cui al catalogo Grazia Deledda. Biografia e romanzo, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1987).


 

Vi aspettiamo 

Gabriella Messeri, Alessandra Pescarolo

La Sezione Letteratura