Pillole di novembre 2021

Per le "pillole di amicizia" dei mesi precedenti si rinvia al menu "Pillole di cultura al Lyceum"

Il nostro viaggio nella Commedia ci porta oggi nel tredicesimo canto del Paradiso che si svolge nel Cielo del Sole, in cui si trovano le anime degli Spiriti sapienti.

 

Dante è qui accompagnato, oltre che da Beatrice, da San Tommaso d’Aquino, ”il maestro di color che sanno”,  indiscusso pilastro della  Scolastica, la filosofia medievale sui cui testi il poeta ha costruito la sua formazione teologica.

Il tono del canto ha una chiara impronta dottrinale e il lessico usato è alto, formale, denso di espressioni elaborate, come si conviene agli argomenti elevati che vengono trattati.

 

Tommaso, come già ha fatto nei canti precedenti, aiuta Dante a risolvere i dubbi che lo assillano; in particolare qui, nel cielo degli Spiriti sapienti, risponde alle questioni riguardanti la saggezza, quella umana e quella divina.

 

I soli uomini dotati di una sapienza superiore – spiega Tommaso - sono Adamo e Cristo, in quanto creati direttamente da Dio; il re Salomone può invece essere considerato il più sapiente degli uomini, perché Dio gli concesse la saggezza necessaria per governare con giustizia.

 

Tommaso poi invita Dante ad usare molta prudenza nell’esprimere giudizi intorno a questioni non chiare; spesso gli uomini si lasciano andare a giudicare in modo affrettato e ciò può indurli a giungere a conclusioni sbagliate.

Anche molti antichi filosofi caddero in errore per aver osato affermazioni o negazioni che li portarono lontani dalla verità.

Gli eretici invece errarono perché, partendo dallo studio delle Scritture, ne deformarono la verità con l’elaborazione di false dottrine.

 

Anche per quanto riguarda il tema dottrinale della salvezza – ammonisce Tommaso - occorre molta prudenza nel dare giudizi: soltanto la giustizia divina può valutare in modo imperscrutabile, non conoscibile dalla ragione umana, il destino ultraterreno delle anime e

 

Non creda donna Berta e ser Martino,

per vedere un furare, altro offerere,

vederli dentro al consiglio divino;

 

ché quel può surgere, e quel può cadere"

 

Vi invitiamo ad ascoltare il canto dalla voce di Riccardo Pratesi che con la consueta bravura e generosa disponibilità lo recita per noi.

 

Riccardo Pratesi, laureato in Fisica, Dottore di Ricerca in Storia della Scienza, è docente di Matematica in Istituti di istruzione secondaria superiore e collabora con il “Museo  Galileo-Istituto e museo di Storia della Scienza” per le attività didattiche e divulgative.

E’ curatore del volume “Galileo Galilei: due lezioni all’Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante” edizioni Sillabe, Livorno, 2010.

Appassionato e profondo conoscitore della Commedia di Dante, è curatore di alcuni canali Youtube di recitazioni dantesche e questioni matematiche.